Caprifoglio | Lonicera spp. (fam. Caprifoliaceae)

Forma biologica caprifoglio

P-lian (Fanerofta lianosa)

Caprifoglio del Giappone Lonicera japonica la Lonicera japonica appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae

Corotipo caprifoglio pianta

SE-europea

Difusione caprifoglio mediterraneo

Il caprifoglio trae le sue origini dall’Europa sud-orientale. In Italia è diffuso in tutte le regioni peninsulari fino a oltre i 1000 metri di quota nei boschi, soprattutto associato a castagno, rovere, roverella, cerro e nel sottobosco dove crea una fitta ragnatela che può soffocare le giovani piante.

Nell’Arcipelago Toscano cresce bene sull’isola d’Elba lungo la cresta del monte Capanne, dove forma cespugli isolati di fori profumati e di colore variabile dal bianco al giallo. È possibile trovarla anche sull’isola del Giglio, nei pressi della Cala dell’Allume.

Caratteristiche botaniche Caprifoglio

caprifoglio immagini

Caprifoglio immagini

Pianta caprifoglio di tipo rampicante e lianosa che raggiunge i 5-6 m di sviluppo. Il fusto trova supporto su altri alberi ed arbusti o su tutori artificiali. Presenta foglie ovato-ellittiche con margine intero, spesse, di colore verde glauco.

Le foglie si inseriscono direttamente sui rami senza piccioli, in posizione opposta. I fori sono portati in infiorescenze terminali e sono caratterizzati da un profumo intenso e da un lungo tubulo con due specie di labbra, dalle quali fuoriescono 5 stami con le antere gialle e lo stilo.
Fioriscono da aprile a giugno dopo la fogliazione. I frutti sono delle bacche, glabre e rosse a maturità o, in alcune varietà, giallo-arancio, con un solo seme ellissoidale, appiattito e solcato; i frutti maturano in estate.

Coltivazione Caprifoglio

A questo genere appartengono moltissime specie che crescono in territori anche molto diversi tra loro. La maggior parte delle specie gradisce posizioni soleggiate o parzialmente ombreggiata e resiste ai climi rigidi.
In generale, il caprifoglio non ha particolari esigenze pedologiche, ma predilige terreni freschi, ben drenati, poco argillosi. Per quanto riguarda il fabbisogno d’acqua, saranno necessarie abbondanti annaffiature durante il periodo primaverile-estivo per la coltivazione in vaso e andranno scelti contenitori adatti allo sviluppo vigoroso della specie.
caprifoglio

Caprifoglio immagine

Dato che le piante ottenute dal seme fioriscono solo dopo alcuni anni si utilizza maggiormente la moltiplicazione per talea, sia per le specie arbustive che per quelle rampicanti, da effettuarsi in luglio-agosto o in settembre-ottobre, mettendo a radicare porzioni di fusto della lunghezza di circa 10 cm in una miscela di torba e sabbia.
I rampicanti sempreverdi vengono messi a dimora in aprile-maggio e necessitano dell’aggiunta di sostanza organica; quelli a foglia caduca e quelli a portamento arbustivo in ottobre o in marzo. Gli esemplari piantati in pieno campo necessitano a primavera di una pacciamatura a base di terriccio di foglie o di una composta ben matura.
Si possono inoltre ottenere nuove piante utilizzando il metodo della propaggine, interrando parzialmente i rami bassi e flessibili, tra agosto e novembre, avendo cura di staccarli dalla pianta madre solo a radicamento avvenuto, circa dopo un anno. Le specie a portamento arbustivo necessitano di una potatura annuale dei rami giovani, che andranno portati a metà lunghezza.
Le specie a portamento rampicante dovranno essere sottoposte, in marzo-aprile, a una potatura di sfoltimento, volta all’eliminazione dei rami morti o mal sviluppati e all’accorciamento dei germogli laterali che andranno portati alla lunghezza di 15 cm. Tra le avversità troviamo gli afidi che possono attaccare fori e germogli, provocandone la deformazione.
Tra le patologie troviamo l’oidio e il mal del piombo: le foglie della pianta diventano color argento e i rami seccano.

Micropropagazione (L. japonica e L. maackii)

Questa tecnica è perlopiù conosciuta per altre specie e qui sono riportate come indicative per estrapolare il protocollo da utilizzare. Si prelevano le porzioni apicali di giovani piantine, che sono inizialmente lavate per 5 minuti con una soluzione di Tween-20 all’1{65f2e28177c94f2951789cdb189ff701d60484d918a169e513d16f7e82a02d40} (v/v), quindi sterilizzati immergendoli in una soluzione di etanolo (70{65f2e28177c94f2951789cdb189ff701d60484d918a169e513d16f7e82a02d40} v/v) per 1 minuto e infine in ipoclorito di sodio 0.525{65f2e28177c94f2951789cdb189ff701d60484d918a169e513d16f7e82a02d40} (v/v) per 15 min.
Caprifoglio

Pianta caprifoglio

Dopo una serie abbondante di risciacqui con acqua sterile gli espianti sono tagliati dalla base a 2 cm di lunghezza, le foglie più basse sono rimosse e infine posti in contenitori con l’appropriato mezzo di coltura. Questo è costituito dal mezzo solido MS integrato con mio inositolo (100 mg/L), saccarosio (3.0{65f2e28177c94f2951789cdb189ff701d60484d918a169e513d16f7e82a02d40} p/v), BA (2.5 mM) e IBA (1.25 mM).
Gli espianti sono stati tenuti per 8 mesi nel mezzo di mantenimento, i germogli moltiplicati sono subcolturati ogni 4 settimane con mezzo fresco della stessa composizione e fatti sviluppare in una camera di crescita a 25°C con un fotoperiodo di 16h di luce. La temperatura può variare in funzione della specie impiegata: per Lonicera caerulea il range migliore è 26-20°C, più elevato del consueto 24-20°C utilizzato generalmente per la micropropagazione.
La radicazione può avvenire in vitro o extra vitro, impiegando auxine (IBA, NAA o IAA), facendo attenzione a porre subito le piantine in condizioni extra vitro, dopo che si sono formate le radici. Buoni risultati sono ottenuti con MS ½ della forza, addizionato con IBA (4.0 mM).
La radicazione extra vitro prevede un substrato inerte sterile (es. Premier Pro-Mix) e l’uso e delle auxine (circa 1.0 mM) per favorire la formazione di radici; le piantine vengono tenute in camera di crescita nelle stesse condizioni della coltura sterile. I germogli sono bagnati con un velo d’acqua due volte al giorno.
Dopo una settimana inizia l’acclimatazione graduale alle condizioni ambientali, aprendo il coperchio e aumentando progressivamente le dimensioni dell’apertura per un periodo di due settimane.

Organi della pianta utilizzati

Vengono utilizzate le parti aeree.

Composizione chimica e principi attivi

I fori contengono acido salicilico, mentre i frutti sono molto pericolosi per la loro tossicità. Da un’analisi condotta sui fori di L. japonica, il componente principale è il germacrene D, in tutti gli stadi della fiorituria; linalolo e α-farnesene sono in alte concentrazioni nei fori freschi ed entro le 24 ore ma diminuiscono gradualmente nel tempo.

Proprietà e usi Caprifoglio

  • Usi medicinali 
I risultati dello studio di Svobodová hanno riportato l’efetto protettivo dei polifenoli di L. caerulea contro lo stress fototossico da UVB sui cheratinociti umani HaCaT. Questi risultati devono però essere dimostrati in vivo.
Il decotto preparato dai fori serve come bechico per curare la tosse secca e stizzosa e come mucolitico nelle forme catarrali. Un tempo le foglie e i fori venivano impiegati nella medicina popolare per curare l’insonnia e lenire i dolori.
  • Usi alimentari 
In alcune parti d’Italia i fori vengono consumati come caramelle.
  • Usi cosmetici 
Papageorgiou ne descrive la capacità antimicrobica e parla del suo potenziale utilizzo in numerosi prodotti di cosmetica come conservante. Usi ornamentali Vengono usate a scopo ornamentale, per la formazione di pergolati e per rivestire muri o barriere.
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