Camelia – piante da appartamento e da balcone

La camelia – camellia japonica

La Camelia fa parte della famiglia delle Theaceae ed è originaria delle zone tropicali dell’Asia.
Il nome, voluto dal biologo e scrittore svedese capostipite della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi Linneo, deriva dal nome latinizzato del padre gesuita che per primo la importò dal Giappone: G.I. Kamel.

E’ una pianta sempreverde a portamento arbustivo o ad alberello, che in natura può raggiungere anche i 15 metri di altezza. Vanta oltre ottanta specie che differiscono tra loro per la dimensione e per  la forma ed il colore di foglie e fiori. Le prime sono generalmente di un verde intenso e carnose con forma ellittica.

camelia

Foto di un fiore di Camelia

Essendo coltivata da centinaia di anni anche in Europa, esistono molti ibridi e i fiori possono essere rosa, bianchi, rossi o, più raramente, gialli.

La varietà maggiormente coltivata è la Camelia Japonica, originaria della Corea e del Giappone. Può raggiungere alcuni metri di altezza, fiorisce in primavera con fiori dal bianco al rosso cupo e foglie ovali di un verde intenso.

Camellia japonica

 

Altra varietà molto diffusa è la Camelia Sasanqua, con foglie più piccole e di un verde meno intenso e fiori meno vistosi che sbocciano però durante l’inverno, tra dicembre e gennaio.

Camelia Sasanqua

Camelia Sasanqua

 

Coltivazione: essendo una pianta subtropicale ama le estati piovose e gli inverni asciutti, ma è comunque in grado di adattarsi molto bene ai climi temperati e di resistere al freddo. Soffre il vento ed il ristagno d’acqua e ama il terreno acido: in vaso torba, terra di bosco e foglie, (quali castagno ed erica), sono l’ideale. Meglio collocarla in penombra.

Usi: dalla varietà sinensis e assamica si produce il tè. Verde essiccando le foglie al sole, nero da successiva fermentazione ed essiccamento e oolong da fermentazione parziale. (tutte le varietà)
Dai semi di quasi tutte le qualità si ricava invece l’olio che da sempre è stato impiegato in molti campi.
In passato era usato come olio da illuminazione, mentre oggi è un ottimo lubrificante per uso industriale, un ottimo condimento per la cucina dove, sopratutto in Giappone, viene utilizzato quanto il nostro olio d’oliva.
E’ anche molto indicato per la cosmesi: calmante ed idratante, sostituisce ottimamente l’olio di capodoglio la cui caccia è fortunatamente ormai vietata.
L’olio di Camelia da tè ha poi evidenziato proprietà antibatteriche, antitumorali ed antidiabetiche.

 

Miti e leggende: l’origine del consumo di tè si perde, avvolta nel mistero di una storia lunga almeno 5000 anni, ma vi sono diverse leggende che tentano di rocostruirla…

Secondo quella cinese, l’imperatore Chen Nung, detto il Divino Mietitore per il grande impulso dato all’agricoltura, era così attento all’igiene da bere solamente acqua bollita e aveva ordinato ai suoi sudditi di fare lo stesso. Un giorno, nell’anno 2737 a.c., mentre era seduto all’ombra di un albero di tè selvatico, la Camelia, una brezza fece cadere alcune foglie nell’acqua donandole il caratteristico color oro.
Incuriosito l’assaggiò e, pervaso da un senso di benessere, ne promosse la coltivazione.

Secondo una leggenda indiana invece, a scoprire il tè fu Bodhidarma, discepolo di Buddha e primo patriarca del buddhismo Zen, che andò in Cina per raggiungere il regno Wei del nord, predicando la cultura dello spirito ed il superamento di tutte le illusioni materiali. Aveva fatto voto di non dormire per sette anni ma, dopo cinque, fu assalito dal torpore e, quasi istintivamente, raccolse delle foglie da un cespuglio vicino, la Camelia ovviamente, e masticandole recuperò le forze.

I buddhisti giapponesi, pur mantenendo elementi in comune, hanno apportato qualche modifica alla leggenda. In questa versione Bodhidarma, dopo tre anni di veglia ininterrotta, si fece prendere dal sonno e sognò alcune donne amate in gioventù. Al risveglio, furioso per la sua debolezza, si tagliò le palpebre e le sotterrò. Ripassando nello stesso luogo dopo qualche anno, vide che era cresciuto un cespuglio dalle cui foglie si poteva ricavare una bevanda che donava forza ed aiutava a mantenersi vigili durante le lunghe meditazioni: la Camelia.
Il viaggio di Bodhidarma è registrato dalle cronache cinesi durante il regno Vu Yu e datato 543 d.c.

La storia ufficiale fa risalire l’uso del tè come bevanda ai primi secoli dopo Cristo e lo vede sbarcare in Europa nel 1632.

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